Come si effettua una artroscopia

Artroscopia:

l’artroscopia è una chirurgia mininvasiva adottata per l’esplorazione ed il trattamento delle patologie intrarticolari di diverse articolazioni. Questa consiste nella applicazione di piccoli accessi chirurgici inferiori ad un centimetro di inserire all’interno delle articolazioni una telecamera e piccoli strumentari che permettono di visualizzare direttamente le lesioni e trattarle senza dover accedere chirurgicamente attraverso incisioni molto più aggresive ed invasive che ritardano i processi di guarigione e di riabilitazione . Tutto ciò si traduce in un intervento che in mani esperte porta ad un minor tasso di complicanze, alla possibilità di utilizzare tecniche anestesiologiche locali, tempi chirurgici ridotti e quindi in un maggior tasso si soddisfazione per il paziente.

Chi ha inventato l’artroscopia?

Anche se considerata tecnica recente la prima applicazione risale agli inizi nel 1920, grazie al lavoro di Eugen Bircher, considerato l’inventore dell’artroscopia al ginocchio. Il chirurgo giapponese Masaki Watanabe è stato invece il primo ad impiegare l’artroscopia come atto chirurgico.

Come si effettua una artroscopia?

Fondamentale per l’artroscopia è la colonna artroscopica. Complessa e costosa attrezzatura chirurgica composta da:

  • Monitor, attraverso il quale il dott. Cavallo visualizza le immagini della telecamera introdotta in articolazione
  • Telecamera ad alta risoluzione che vine attaccata ad un “Ottica” dotata di un complesso schema di lenti che permette di modificare l’orientamento dell’immagine attraverso piccoli gesti.
  • Fonte luminosa che attraverso un cavo a fibre ottiche trasmette la luce all’interno della articolazione aumentandone la luminosita.
  • Una pompa artroscopica che regola la pressione della soluzione fisiologica che viene pompata in articolazione e che permette così un lavaggio continuo e di effettuare un intervento senza sangue.
  • Lama motorizzata o Shaver che contemporaneamente funge da bisturi asportando le lesione e contemporaneamente aspirandole in modo da evitare di lasciare residui in articolazione.
  • Bisturi a radiofrequenze: sofisticato strumento che disidrata le strutture permettendo di tagliare e coagulare i tessuti periarticolari
  • Computer che ci permette di effettuare video e foto, che il Dott. Cavallo rilascia ai suoi pazienti masterizzandole su un CD, in modo da avere un reperto obiettivabili di cosa viene effettuato nell’articolazione del paziente.

Oltre alla colonna artroscopica sono fondamentali per l’artroscopia le cannule che fungono da guida per la introduzione della telecamera e ad cui si collegano i tubi di entrata ed uscita della pompa artroscopica e tutta una serie di strumentari specifici come : palpatore, pinze a Basket (o di Citelli), uncino palpatore, bisturi da menisco, microforbici da menisco , pinze ad anelli, pinze da presa ecc…

Che tipo di anestesia si effettua per le artroscopie?

Per il ginocchio la gran parte dei chirurgi predilige anestesia spinale o generale. Il dottor Cavallo invece applica un protocollo che gli permette di effettuare in anestesia locale questo intervento. Questa tecnica prevede l’iniezione di anestetico locale attraverso due punture

Direttamente sul ginocchio (come una comune infitrazione). A tale anestesia fa associare una blanda sedazione per ridurre al paziente lo stress della sala operatoria.

Per le artroscopie di spalla si effettua invece anestesia plessica o generale a seconda dei casi.

Per anca e caviglia è invece necessaria l’anestesia spinale.

Il quali articolazioni possono essere effettuate le artroscopie?

In realtà potenzialmente questa tencnica può essere effettuata nella gran parte dlle articolazioni grazie a cannule, ottiche e strumentari di diverse misure.

Le artciolazioni dove prevalentemente è applicata questa tecnica senza dubbio sono:

  • Il ginocchio
  • La spalla
  • L’anca
  • La caviglia
  • Il polso ed il gomito.

Che interventi si possono effettuare in artroscopia?

Nel ginocchio

  • La riparazione (meniscopessi) o l’asportazione selettiva di menischi rotti (meniscectomia selettiva).
  • La ricostruzione dei legamenti crociati (anteriore e posteriore).
  • Le regolarizzazioni di lesioni cartilaginee e le condroplastiche di lesioni ulcerative attraverso apposite pinze, lame motorizzate o bisturi a radiofrequenze.
  • Le rimozioni di corpi mobili.
  • La sinoviectomia (asportazione della membrana sinoviale in eccesso o patologica).
  • La plicectomia (asportazione di pliche sinoviali patologiche).
  • Perforazioni subcobdrali per richiamare in articolazione cellule staminale e facilitare la riparazione cartilaginea.
  • Riallineamento rotuleo attraverso un intervento definito di “ lateral release” o release dell’alare esterno della rotula .

Nella spalla

  • Riparazione della cuffia dei rotatori.
  • Acromionplastica (ovvero pulizia dello spazio subacromiale per permettere un miglior scorrimento dei tendini della cuffia dei rotatori).
  • Asportazione della borsa subacromiale.
  • Asportazione di corpi mobili .
  • Asportazione di calcificazioni.
  • Tenotomia del capo lungo del bicipite.
  • Correzione delle instabilità di spalla per le lussazioni recidivanti scapolo-omerale.